LinFante

linfante-portaitsPiccolo e malato

Il nuovo EP, dal 29 settembre 2016 fuori per La Fame Dischi in collaborazione con Sinusite Records e Winter Beach

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01) Serenata ai grilli
02) Roma
03) Una pianta carnivora mi ha detto che non mi ami più
04) L’amaro
05) Piccolo e malato

Cinque canzoni, scritte negli anni febbrili che seguono all’abbandono del borgo natio per tuffarsi nel mondo, reincise o registrate per la prima volta. “Piccolo e malato” è tutto quello che c’è da sapere su LinFante. A iniziare dalla canzone che dà il titolo al disco, un pezzo che Stefano suona dal vivo fin dal suo primo concerto. “Una pianta carnivora mi ha detto che non mi ami più” è la traccia che chiude “Duende” (2009), il secondo disco dei Sydrojé, band cremonese con cui Stefano è cresciuto, riunitasi per questo nuovo lavoro. Anche “Roma” è stata scritta in quel periodo, quando LinFante mai avrebbe immaginato che un giorno si sarebbe trasferito proprio in quella città. “L’amaro” e “Serenata ai grilli” sono state scritte per Il Re dei Boschi, progetto nato nel 2007 con Le Jacobin de La Scapigliatura, anch’egli presente in questo disco, quando il sabato mattina ci si trovava a Cremona per suonare e dimenticare le pene d’amore.

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Non mi piace niente (Sinusite Records, 2014)

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Considerato il terzo miglior disco italiano del 2014 secondo l’osservatorio internazionale INDIE ITALY.

“Non mi piace niente” (pubblicato e distribuito da Sinusite Records, 2014) è un disco crudo ed energico. Non c’è altro oltre a voce e chitarra acustica, se non l’intrusione di un’armonica a bocca, lo scricchiolare dello sgabello e il legno che arde nella stufa. Le parole sono organi fuori dalla pelle e gli organi i sentimenti che rimangono sulla punta dei piedi.

Lo definiscono: “un vero amaro folk bizarre della stagione delle piogge” (Pier Andrea Canei su Internazionale, 19 settembre 2014), un disco surreale che “basta e avanza per raccontare lo spaesamento e l’inquietudine dei nostri giorni con minimalismo ed eleganza” (La Repubblica – Milano, 4 ottobre 2014), un lavoro “denso, sapido e convincente, capace di creare incanti scarni e ossute meraviglie” (Rockit.it, 26 settembre 2014).

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